Il più delle volte ci identifichiamo con il nostro lavoro, con il nostro ruolo nella società, praticamente con il nostro bigliettino da visita.
Per questo spesso si legge che molte persone quando vanno in pensione credono di aver perso valore e lasciano spazio alla negatività che mette in dubbio la considerazione positiva di se stessi.
In futuro, sempre di più, le persone si troveranno a cambiare lavoro, a cambiare interessi, a modificare anche radicalmente il loro biglietto da visita.
Di fronte a tali circostanze il rischio è di confondersi su ciò che siamo.
Ci siamo mai interrogati sul perché di questa conseguenza negativa sull'animo delle persone?
Semplice... l'etichetta che ci ingabbia in un ruolo ben preciso, in fondo è un fattore rassicurante, ci solleva dal problema di doverci interrogare su chi siamo veramente, sulla nostra IDENTITÀ'.
La ricerca della propria identità dovrebbe essere un percorso che tutti dovremmo intraprendere per capire chi siamo, in quanto solo conoscendo profondamente se stessi si riesce a comprendere la propria identità e acquisire maggiore sicurezza nella vita.
Alla domanda chi voglio essere? o quale identità voglio essere?
La risposta è un' IDENTITA' in equilibrio dove ciò che rappresentiamo o vogliamo rappresentare agli occhi delle persone, è in piena coerenza con le nostre più profonde convinzioni e con i nostri valori.
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